Equilibrio – Capitolo 2

Afferri e prepari la moca. Viene dall’Italia.
Un regalo di tua cugina di ritorno dal suo viaggio di nozze a Roma.
Sei abitudinario. Fai sempre tutto uguale. La usi da cinque anni. Stessa ora. Stesso caffè. Stesso posto a tavola. Tv. A colazione no. A cena sí.
Il fornello non si accende. Ovviamente. “C***o!” imprechi a voce alta.
“Deve esserci una dannata scatola di fiammiferi da qualche parte.” Cassetto. Rovisti fino in fondo. La trovi.
Il rumore ovattato dell’esterno, filtrato dal vetrocamera delle finestre, non copre lo strano soffio del gas che ora sibila dal fornello.
Nel silenzio assoluto che ha invaso la casa stamattina, quel minuscolo ugello che da anni fa il suo lavoro invisibile, sembra emettere una quantità smodata di gas.
Sento che ti mette un po’ in agitazione.
Il fiammifero si spegne prima di accendere la fiamma.
Ti stai chiedendo quanto in fretta si possa saturare la stanza.
Magari hai lasciato inavvertitamente accesa la luce in cucina, ieri sera.
Magari ora riparte tutto e : boom! Una scarica ti brucia vivo.

Tranquillo, la verità è solo che ci sbagliavamo,
tanto quanto ci stiamo sbagliando adesso.
In preda all’ansia, lasci l’accensione.
Recuperi la scatola che avevi lanciato sul tavolo.
Troppo piccola tra le tue mani,
ne strappi un lato mentre con le dita nervose peschi un nuovo fiammifero.

Finalmente la scintilla appicca il fuoco.
La fiamma stavolta si accende esuberante.
Si espande lungo il fondo della caffettiera.
Quando scuoti il fiammifero per spegnerlo, stringendolo con la punta delle dita tanto da far cambiare il colore alla pelle,
respiri una boccata di fumo grigio dall’odore rivoltante.
Stralunato, socchiudi appena gli occhi e prosegui con la tua routine.
Mentre si prepara il caffè torni in camera.
.
Anna_X .

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