Equilibrio – Capitolo 20

Martha espira con forza.
Lascia cadere il trofeo.
E con le mani si copre la bocca.
Sul volto di Reese è comparsa una smorfia di dolore.
Che impiega lunghi istanti per sparire dalla sua faccia.

E’ riuscita anche a fargli saltare due denti.
Un fiume di lacrime ora le scende sul viso.
Realizza quanto male devi avermi fatto.
Ogni volta in cui mi hai messo le mani addosso.

Sai, era riuscita a convincermi a prendere un caffè da lei ogni tanto.
E tu neanche lo hai mai immaginato.
Non osavo mai allontanarmi da casa senza il tuo permesso,
eppure avevo messo un piede avanti all’altro fino ad arrivare all’interno 3.

Tu mi avevi vietavo di fare telefonate se non eri in casa. E anche di uscire.
Di ritirare la posta o i bidoncini dei rifiuti dall’ingresso del residence.
Varcavo la soglia di casa solo se accompagnata da te.
Come un animale da compagnia ti seguivo per la città senza scegliere dove andare.
O decidere quando e per quanto tempo.

Inizialmente mi dicevi solo un innocuo “faccio io, non ti disturbare”.
Credevo fossi un uomo premuroso.
Fino a quando hai cambiato tono.
Sei diventato categorico.
Ed hai cominciato a controllarmi.

Marta ci teneva così tanto che andassi a farle visita, da insistere per mesi.
Fino a quando avevo finalmente acconsentito.
Mi chiamavi dall’ufficio anche dieci volte al giorno.
Non rispettavi mai lo stesso orario.
Così mi spostavo nel suo appartamento lasciando le porte spalancate,
per accorrere non appena avessi sentito lo squillo del telefono.

Lei notava i lividi sul mio corpo.
E me lo faceva capire senza mai essere diretta.
Mi diceva: “santo cielo Kate, sei caduta dalle scale del tuo appartamento per caso ?”.
Io annuivo appena, senza ricambiare il suo sguardo.
“Kate le ipotesi sono due: o stendi troppa cera o sei proprio una tipa distratta” concludeva.

Anna_X

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