Appena trasferiti lì, se ti attardavi a sistemare l’auto nel garage ed io salivo al nostro appartamento da sola, Martha si affacciava alla porta con una scusa qualsiasi.
Mi salutava.
E mi faceva una qualche domanda.
Non rispondevo mai, all’inizio.
Mi affrettavo ad entrare in casa lasciandole uno spiccio “Arrivederci, Marta” come a dire: non farlo, non parlarmi, non chiedermi niente.
Ma lei era fatta così e spuntava ogni volta in cui fossi da sola.
“Senti, mi chiedevo: di dove sei bellezza? perchè da dove vengo io non ci sono ragazze così carine”.
“Dovresti prendere un pò di sole, tesoro”
“Hai visto che casino hanno fatto alla scuola pubblica ?”
Dopo alcuni mesi avevo risposto a due domande.
Spiegandole che il nostro appartamento era come il suo.
E quindi non c’erano scale.
E che non avevo mai conosciuto mia madre.
“Kate, sei mai stata a Boston?”
Conosceva il mio nome perchè lo gridavi da una stanza all’altra senza badare
al fatto che fosse pomeriggio, l’alba o mezzanotte.
E odiava che sul campanello comparisse solo il tuo cognome.
Anna_X
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