Equilibrio – Capitolo 26

Avevo sempre un attimo di esitazione nel mettere la mano sulla maniglia.
Aspettavo che lo facessi prima tu.
Che non avessi niente da dirmi prima di scendere.
In caso l’avessi fatto e mi avessi richiamata avrei avuto un tuffo al cuore.
Come ogni volta in cui pronunciavi il mio nome con quel tono astioso e
penetrante che mi faceva contorcere le viscere.
Per la paura di aver fatto qualcosa che ti avesse contrariato.

Sia mai che accadesse nel momento in cui eravamo da tuo padre.
Ero particolarmente attenta a compiacerti.
A non guastarti l’umore.
Quei sabato pomeriggio erano gli unici momenti in cui ti vedevo senza tensione addosso. Senza l’impulso di scattare come una molla.
Per una qualsiasi ragione.

In quella casa sembravi un’altra persona.
E ogni volta cadevo nell’illusione che prima o poi saresti stato così anche con me.
Che il lavoro ti caricava di tensione a scapito del nostro rapporto.
Che talvolta mi rendeva un po’ triste.

Fino ad ora ti ho visto mansueto e premuroso solo davanti a tuo padre.
Non con me.
Ma camminare prudente in punta di piedi tra i tuoi movimenti era ciò che mi faceva sentire viva.

Dopo circa tre quarti d’ora ho preso posto al tavolo della cucina.
Seduta mezza di traverso.
Con la sedia scostata dal tavolo.
Come facevo anche a casa di Martha.

Ho soppesato ancora il sacchettino.
Ho tastato con le mani.
Ma ancora non sono riuscita a capire.
Ho preso un bel respiro.
Il gioco era finito. Peccato.
Ma ho sorriso.
Ed ho aperto il mio regalo.

Non avrei mai azzeccato.
La busta conteneva uno smalto da unghie.
Trasparente. Lucido.
Avevo fatto bene ad accomodarmi in quella posizione.
Pronta ad alzarmi in caso fossi arrivato.
Era un regalo perfetto per farti una piccola sorpresa.

Anna_X

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