Asciugarsi nel vento

Asciugarsi nel vento

Dalla prima volta in cui ho rotto gli argini della resistenza e ho lasciato andare le lacrime, ho visto invadere ogni spazio con la disperazione. Con convulsi capaci di far tremare la terra, ogni movimento del mio corpo cancellava ciò che avevo intorno con la forza di una bomba atomica.

La prima perdita è stato un boccone amaro. Come una medicina orrenda che si dà a tutti perché si deve, l’ho cacciato in bocca. Senza fiatare l’ho mandato giù.
Per quel disgusto ho fatto talmente tanto silenzio da non sentire più neanche i miei pensieri.
Loro, sotto al mio mutismo hanno arso i nervi e i polmoni. Lasciando braci sopite e mai spente.
Ero poco più che bambina.
Dopo poco ho perso di nuovo qualcuno che amavo e che era parte del mio cuore.
Ero ancora troppo giovane per essere abbastanza forte.
Quella volta ho rifiutato il boccone. Ho vomitato. E ho cominciato a piangere senza sapere come fare a fermarmi.
Come Alice ho rischiato di annegare nelle mie stesse lacrime. Avevo intorno solo nero.
Non distinguevo più l’oscuro del mare da quello del cielo. Uno mi avrebbe uccisa, l’altro ridato ossigeno ed io arrancavo a metà. Tra aria e acqua. Agitandomi.
Più mi muovevo più perdevo forze e lucidità.
Trattenevo il fiato a galla e affogavo nel liquido salato sotto la superficie delle onde.

Quando braccia e gambe non hanno più reagito alle mie richieste di agitarsi, mi sono fermata.
E ho dovuto tornare ad ascoltare.
Ero una sirena ipnotizzata dal suo stesso canto. Ho ascoltato. Buttata a peso morto sulla mia vita.
Fino a sentire di nuovo la necessità di muovermi. Ma stavolta piano.

La mia malinconia andava trasformata.
E’ diventata passi di formica, sorrisi tirati con le dita.
Poi respiri profondi.
Poi forza di tornare a scrivere messaggi su carta.
E poi la voglia di farmi asciugare dal vento.
Un giorno ho dipinto le quinte del mio palcoscenico di colori che celassero l’impeto del mare ancora furioso alle mie spalle. Pronto a riprendermi quando fossi ricaduta giù.

Io ho recitato e ballato e cantato.
Fino a che anche quel mare si è fermato ad ammirare insieme a me lo spettacolo più importante.
Della vita che va avanti.

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