Le questioni più complicate si sono via via risolte e la vita ci ha dato un pò di tregua.
A tavola si guardava la tv ma ora lo si faceva immersi nel buonumore.
Mio padre fischiettava sempre. Ah! e cantava i ritornelli in inglese delle canzoni più in voga.
Poi mi diceva: “come on!” e “ok, baby!”.
Ecco perchè per me è stato naturale credere che conoscesse perfettamente la lingua inglese.
Ho realizzato che, studiandolo a mia volta, avrei potuto comprendere il significato di centinaia di canzoni che amavo alla follia. Che cosa straordinaria.
Il risultato? Sono cresciuta con la fissazione per questa lingua. E per la Gran Bretagna.
A 14 anni, dopo aver stressato ogni persona che conoscessi, sono riuscita a farmi recapitare tra le mani un libro in inglese. Non scelto da me ovviamente. Il mercato, all’epoca, era davvero carente di edizioni in lingue straniera, nella mia provincia.
Così mi è arrivato “Il nome della Rosa”.
Che ci crediate o no, l’ho letto tutto. Ad alta voce.
Sì, sebbene a scuola fossi ad un livello poco superiore a:
“Hi, what’s your name?”
“My name is Bob Evans”.
Sebbene non sapessi nemmeno se stavo pronunciando qualcosa di sensato. L’ho letto e amato.
E dimenticato anche naturalmente.
Ma per me era stata un’esperienza pazzesca.
Ero lontanissima da quel paese ma qualcosa di viscerale mi legava ad esso.
E così sarebbe rimasto per tutta la mia vita.
D’altraparte mia madre preparava anche un tè meraviglioso.
Davanti ad ogni tazza penso al mio grande amore per l’Inghilterra.
E a chi mi ha dato il cuore per mettercelo dentro.
Anna_X
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