Nel 1994 mi sono diplomata ed immersa subito nel mondo del lavoro.
Dopo un’esperienza galvanizzante di un anno, in un’azienda di fama mondiale a pochi chilometri da casa, a 19 anni ho accettato un nuovo lavoro in città.
A causa di situazioni che ora è complicato spiegare, la maggior parte dei miei amici si era allontanata da me.
Non lo davo a vedere ma dentro mi sentivo morire per questo.
Avevo bisogno di allontanarmi per non pensarci. E Verona mi ha accolta a braccia aperte.
Lì ho conosciuto persone nuove, diverse. Dalla mentalità aperta e flessibile. E moderna.
Nei rapporti interpersonali ho ricominciato tutto da capo. Senza rendermene conto, l’entusiasmo mi ha resa spontanea. Le competenze maturate nel ruolo precedente, mi hanno dato sicurezza a livello professionale.
Ero preparata e piena di energia.
E non mi sembrava vero, piacevo. Praticamente a tutti.
Lasciavo casa alle 7.30 e rientravo la sera alle 21 o anche più tardi.
Questa azienda lavorava nella moda. Quindi il calendario si sovrapponeva a quello del resto del mondo seguendo stagioni e pause proprie.
Mentre si curavano le vendite della stagione attuale, si realizzavano i capi della prossima e si progettava la successiva.
Tanto che, ad un anno dalla mia assunzione, quando mi veniva chiesto quanti anni avessi, sparavo cifre con scarto di due anni. Senza rendermene conto.
Fino a quando qualcuno che ha chiesto in che anno fossi nata, anziché la mia età, si è fatto due conti e mi ha fatto notare la cosa.
A me non importava avere due anni di più o di meno.
Ero troppo felice per notare le sfumature.
La mia vita era piena di dolcezza.
E mi sentivo leggerissima.
Chi le contava le calorie?
Anna_X
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