Katia era la mia migliore amica. Sopra a tutte.
Mi aveva abbracciata e consolata ogni volta in cui avevo pianto per la scuola, per amore o per qualsiasi stupidaggine. Era mia confidente. Sempre dalla mia parte.
Frequentavamo la stessa classe alle superiori.
Qualcosa di inspiegabile ci aveva unite non appena ci siamo conosciute.
Qualcosa di altrettanto incomprensibile ora ci separava per sempre.
Non riuscivo a crederci. Volevo che fosse un errore.
In preda al panico ho insistito per far contattare gli ospedali della zona e verificare.
Ma era successo davvero.
E un dolore troppo grande mi ha portata via con sè.
A scriverlo 19 anni ed 4 mesi dopo, ancora mi trascina nel silenzio assoluto di quello shock.
Mi sono sentita confusa, anestetizzata.
Poi sconvolta e tormentata.
Il mattino dopo sono rientrata al lavoro ma ho smesso di sorridere e cominciato a trascinarmi nella quotidianità.
Per moltissimo tempo non mi sono più sentita la stessa.
Per settimane non ho più avuto voglia di parlare.
Per mesi ho vissuto a rallentatore.
Da quel giorno non ho più preso il volo.
Ancora, dopo 5 anni, sarei stata preda di crisi di pianto improvvise, incontrollabili.
E per molto anni ancora sarei stata spesso davanti alla sua foto circondata di fiori, regali e biglietti.
E avrei lasciato i miei.
Separarmi da lei è stato un processo lunghissimo.
Come sempre fuori la mia vita andava avanti .
Ma io restavo indietro.
Il rapporto con Katia è una storia di complicità, risate e presenza.
Un mese prima del suo incidente, dopo un lungo tempo in cui in nostri contatti si limitavano a telefonate e lettere trasmesse via fax, mi ha invitata a trascorrere un weekend a casa sua.
Ritrovarsi è stato naturale e perfetto, come sempre.
Probabilmente è stato il momento necessario in cui ci siamo salutate.
Benedico il giorno in cui ho ricevuto quell’invito a cui ho risposto sì.
Mi ricorda che la nostra amicizia di profondo affetto, mi ha lasciato tanto.
Ricordi e sensazioni potenti.
Fiducia.
E la certezza che ci sono cose che restano per sempre.
Anna_X
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