Capitolo 49

Avrei fatto quel passo solo se accompagnata da qualcuno che avesse fatto sentire sia me che mio figlio al sicuro. Ecco perchè non ho mai avuto il coraggio di presentarmi in una struttura ospedaliera da sola. Avrei fatto quel passo solo se accompagnata da qualcuno che avesse fatto sentire sia me che mio figlio al sicuro. Ecco perchè non ho mai avuto il coraggio di presentarmi in una struttura ospedaliera da sola.
Ero stata più volte dal mio medico di base ma non aveva voluto fare nessun accertamento. Insisteva nel dirmi che avevo bisogno di assumere antidepressivi. “Mi scusi” ripetevo io “ma perchè prima non consultiamo uno specialista e cerchiamo di individuare una possibile causa?” “piango perché vorrei vivere, uscire e prendermi cura della mia vita ma senza dormire e con dolori così forti da impazzire non ce la faccio. ma deve esserci una spiegazione più logica allo stress ed alla depressione” “Non posso prendere dei farmaci così impegnativi senza capire perchè da quattro anni non riesco più dormire neanche un minuto. O perchè ho dolori in tutto il corpo se semplicemente respiro”.
Non c’è stato verso.
Dopo centinaia di appelli ho deciso che dovevo trovare la mia strada. Da sola.
Non solo dal punto di vista medico.
Quel mattino sono riuscita a dire a mio marito che non me la sentivo più di restare.
Non era colpa sua. Ma ero tanto disperata che le parole mi sono uscite di bocca come se le pensassi da sempre.
Il dolore ha saturato l’aria della nostra casa. La stessa che fino ad un attimo prima respiravamo per restare in vita. Ha fatto tremare l’amicizia che ci legava. Spazzato via l’amore che avevamo sigillato in una promessa solenne arrivata dopo tanta strada fatta insieme.
Le famiglie sono vita e fonte di vita. E lì ne stava morendo una nel totale disinteresse di una comunità abituata a decine di separazioni che avvengono ogni giorno. E anche qui dico che nessuno riesce a capire.
Che non è poi così normale.

Fino ad allora non avevo mai considerato che avrei pensato di voler rompere il mio matrimonio.

Nemmeno davanti all’evidenza che mio marito forse non sarebbe mai riuscito ad aiutarmi.
Ma mi sono resa conto di una cosa: meno mi sentivo creduta più peggioravo.
Più peggioravo e più tendevo a manifestare la mia disperazione. E quindi più ero in pericolo.
Questo si aggiungeva al dolore fisico ed al disorientamento e mi portava al limite.
Dopo 12 anni insieme, una nuova casa bellissima che stavamo da poco costruendo ed un futuro perfetto davanti a noi, ho comunque messo la parola fine.
Pur sapendo che il mio mondo non lo stavo solo lasciando, ma mi sarebbe crollato tutto addosso.

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